REGGIO EMILIA – “E’ la prima volta che faccio un intervento nelle scuole organizzato anche dall’ordine dei professionisti a cui saranno destinati i ragazzi, una esperienza bellissima che unisce presente e futuro”.
Ha parlato per due ore ai futuri geometri reggiani Andrea Rat, componente della corte del primo grado del processo Aemilia, il giudice che ha scritto le 3.500 pagine della sentenza. “In Aemilia, che è la fase patologica, cioè la fase del processo, il ruolo dei professionisti nel segnalare le operazioni sospette è stato zero, non hanno segnalato proprio niente anzi hanno collaborato spesso e volentieri con le associazioni mafiose per rafforzarle e consentire di fare affari. Quello che vogliamo fare noi è sensibilizzare i professionisti a denunciare ed opporsi, mettere un argine immediato a situazioni opache. Con quali strumenti? Prima di tutto con la denuncia ma prima di arrivare alla denuncia il vero problema è quello della comprensione. E il fenomeno si comprende oltre che con l’esperienza anche con il rispetto rigido delle regole e della legalità, perché i professionisti sono i portatori della legalità nei loro settori”.
L’incontro con gli studenti delle quinte superiori dell’istituto per geometri Secchi è stato organizzato dal collegio geometri nella sede di via Pansa. “Io non ho mai avuto segnalazioni, come presidente del collegio, di problematiche di questo tipo – dice Francesco Spallanzani – ma su questo tema siamo molto attenti, il consiglio è molto attento. Abbiamo un collegamento diretto e lo abbiamo sia sulle materie legate alla nostra professione ma anche sul nostro codice etico e deontologico. I ragazzi devono sapere che sul nostro territorio è sorto un problema e questo problema va risolto dalle radici, bisogna partire dalle nuove generazioni”.
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