REGGIO EMILIA – Ci sono la storia, la conoscenza e l’ignoranza. Poi ci sono la politica e le strumentalizzazioni. E poi ancora ci sono gli scivoloni. Le parole di Eugenia Roccella stanno scatenando indignazione, e non solo tra le opposizioni.
La senatrice Liliana Segre si è detta incredula. Perché Roccella non è una persona come un’altra: è la ministra della Famiglia, che a un convegno dell’Unione delle comunità ebraiche italiane a Roma ha definito “inutili le gite ad Auschwitz, incoraggiate e valorizzate – ha proseguito – per dirci che l’antisemitismo riguardava un tempo collocato in una precisa area: il fascismo. Un modo per ripetere – ha detto ancora la ministra – che l’antisemitismo era una questione fascista e basta”. In tanti, a cominciare sempre dalla Segre, si chiedono quale sarebbe l’ipotetica colpa di “incentivare l’antifascismo”.
“L’antifascismo dovrebbe essere il punto di partenza di ogni pensiero democratico – il commento a riguardo di Matthias Durchfeld, direttore di Istoreco – Mi dispiace quando temi seri vengono usati a scopo politico; a noi piace studiare la storia e non essere in balìa di una campagna elettorale permanente”.
Dietro ai Viaggi della Memoria che Istoreco organizza da 25 anni, un’esperienza ad altissimi livelli in ambito nazionale e che ogni anno coinvolge migliaia di studenti e insegnanti reggiani, c’è un lavoro enorme. “Già che lei li definisca ‘gite’ è la banalizzazione di un progetto importante; non è politica, è un progetto didattico delle scuole che noi accompagniamo. Lo scopo non è il lavaggio del cervello, ma che i ragazzi abbiano un atteggiamento critico”.
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