REGGIO EMILIA – “Conto più io di lui”. Lui è il ministro dello Sviluppo economico. A parlare al telefono, intercettato, con l’imprenditore Aldo Spinelli, è l’attuale amministratore delegato di Iren, Paolo Emilio Signorini, nell’inverno 2022, quando cioè era presidente dell’Autorità portuale del Mar Ligure occidentale. Il tema è quello dei lavori di ampliamento al porto di Genova e delle concessioni per la gestione dei terminal.
Una vicenda che sta continuando a suscitare grande clamore. II comitato di sindacato dei soci pubblici azionisti di Iren, composto dai sindaci di Torino, Reggio Emilia e Genova, dopo essersi riunito giovedì potrebbe tornare a fare il punto nei prossimi giorni, anche se non risultano al momento appuntamenti fissati. Iren ha dato mandato al proprio ufficio legale di valutare la situazione. L’auspicio, a quanto filtra, è che Signorini possa fare un passo indietro e dimettersi.
Il manager resta, intanto, detenuto nel carcere genovese di Marassi. Perché il carcere? Una delle ragioni la spiega il gip Paola Faggioni nell’ordinanza: “Particolarmente significativo – si legge – è il fatto che Signorini, sebbene abbia attualmente cessato la propria funzione di presidente dell’Autorità portuale, ha assunto la carica di amministratore delegato e direttore generale del gruppo Iren, ente avente natura pubblicistica essendo il capitale sociale detenuto al 53,9% da enti locali e deputato a soddisfare interessi di carattere generale e a gestire servizi di pubblico interesse relativi alla distribuzione di gas ed energia. Trattasi di circostanza che fa permanere in misura elevata rischio che l’indagato ponga in essere nuovi comportamenti corruttivi”.
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