REGGIO EMILIA – Resta un giallo la scomparsa della 61enne Giovanna Davoli. Uscita di casa la mattina del 14 novembre scorso, di lei non si è più saputo niente. Oggi, per volontà della famiglia, sono riprese le ricerche che però non hanno dato nessun riscontro.
Valerio Montanari ha portato una borsa di indumenti della mamma per aiutare il fiuto dei cani delle unità cinofile coinvolte dall’associazione Penelope. E’ stata una mattina di ricerca ad ampio raggio nella zona molto vasta dall’ex San Lazzaro sino al Campovolo.
Difficile che Giovanna abbia preso un treno per allontanarsi, da casa non mancano vestiti e non ci sono stati movimenti bancari dal giorno della scomparsa, quando è uscita di mattina presto in bicicletta per andare al mercato in centro, poi al cimitero, un raggio di diversi chilometri. Doveva incontrare anche il suo medico per una visita: Giovanna soffriva di alcune patologie che però da tempo teneva sotto controllo.
“Ho visto mia madre un paio di giorni prima. Quando è uscita c’era in casa mio padre. E’ uscita di casa poco prima delle 7 in bicicletta. Niente di diverso dal solito”, dice il figlio Valerio Montanari.
Sposata, con due figli, aveva lavorato come impiegata in un’azienda a Mancasale, per un periodo aveva ricevuto la Naspi e proprio nei giorni in cui è scomparsa è scattato il diritto alla pensione. Il marito Rossano Montanari non crede all’allontanamento volontario, il figlio maggiore vuole sapere cosa è successo a sua mamma: anche questa giornata di ricerche non ha dato nessun riscontro utile, ma la famiglia non si ferma. “Dobbiamo continuare nelle ricerche, sia della mamma che dei suoi oggetti, della sua borsetta con tutti gli effetti personali e della sua bicicletta – chiosa il figlio – Apprezziamo tantissimo chi continua a fare segnalazioni”.
Reggio Emilia scomparsa Giovanna Davoli ricerche Giovanna DavoliAllontanamenti volontari: le indagini non fatte e l’angoscia delle famiglie. VIDEO