REGGIO EMILIA – Una lite tra adolescenti degenerata in un accoltellamento. E’ l’episodio motivo di nuova inquietudine per i residenti della zona della Canalina. E’ accaduto l’altra notte in un parco pubblico di via Compagnoni. Il feritore è stato denunciato alla procura dei minori di Bologna.
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L’episodio è riconducibile al contesto della delinquenza minorile in città. Minorenni sono sia l’aggressore che il ragazzo che ha subìto violenza. E’ stato raggiunto alla spalla destra da una coltellata. Un colpo sferrato con un coltello da cucina dalla lama lunga 18 centimetri. Il tutto è avvenuto giovedì intorno alle 22, in un’area di verde pubblico di via Compagnoni. Il ferimento è avvenuto al culmine di una lite scoppiata tra la vittima e un gruppo di altri giovanissimi che frequentano il quartiere. A un tratto è spuntato un coltello, che uno di questi portava con sé. L’alterco è così finito nel sangue. Quando sul posto è giunta la volante della questura i protagonisti dell’episodio si erano già dileguati. Dopo avere raccolto le testimonianze di alcuni residenti, ai quali si deve la chiamata al 113, in pochi istanti gli agenti sono risaliti al presunto responsabile, che nel frattempo era scappato a casa. La polizia ha bussato alla porta e, messo alle strette, l’adolescente ha cominciato a collaborare conducendo, tra le altre cose, gli operatori della questura al luogo dove aveva gettato l’arma da taglio, che è stata recuperata in mezzo all’erba, in un giardino poco distante dal luogo dell’accoltellamento.
Trasportato al pronto soccorso del Santa Maria Nuova, il ragazzo ferito ha ricevuto alcuni punti di sutura rimediando una prognosi di 15 giorni.
Nei confronti del suo assalitore, già noto alle forze dell’ordine per precedenti reati contro la persona e contro il patrimonio, è scattata la denuncia alla procura dei minori di Bologna per lesioni personali aggravate dall’uso di un coltello.
Il quartiere della Canalina, assieme al centro storico, è tra le zone più calde dal punto di vista del fenomeno della delinquenza giovanile. Nell’ottobre del 2020 ha preso il via un percorso di monitoraggio e di conoscenza sia dei contesti che delle famiglie dei soggetti considerati “a rischio”. Un percorso che vede la collaborazione attiva di molti adulti coi quali la questura ha contatti frequenti.
Da accertare, le indagini competono alla questura, sono le ragioni del ferimento con tutta probabilità riconducibili a futili motivi.















