REGGIO EMILIA – Un centinaio di ragazzini coinvolti in città, otto gli educatori, altamente specializzati, messi in campo con laboratori che riguardano attività di musica e danza, la grafica, la realizzazione di murales, i social network, i tatuaggi. Un progetto attivato lo scorso luglio e di cui é capofila la Cooperativa Sociale Papa Giovanni XXIII, con la collaborazione dei servizi sociali del Comune di Reggio.
L’obiettivo é quello innanzitutto di conoscere gli adolescenti potenzialmente problematici e di offrire loro delle proposte per occupare il tempo libero in modo costruttivo: “Abbiamo avviato una sorta di mappatura – spiega il presidente della papa Giovanni Fabio Salati – si tratta di ragazzini tra i 14 e i 17 anni che si riuniscono in contesti non formali, ossia in strade, piazze e parchi”.
Quali i risultati finora raggiunti? “I riscontri sono positivi perché notiamo che i ragazzi rispondono alle nostre proposte e abbiamo avviato rapporti con alcune realtà come il centro sociale Fenulli“, risponde Salati.
Il presidente della Papa Giovanni riconosce come il disagio di questi ragazzini derivi anche da un sentirsi spesso ai margini della società per le loro origini e per la loro provenienza sociale.
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