REGGIO EMILIA – Sono in maggioranza giovani, tra i 22 e i 30 anni, soprattutto maschi, di origine straniera e le consegne a domicilio sono la loro prima, e spesso unica, fonte di reddito.
Anche nella nostra città, con i ristoranti chiusi causa Covid, nella scorsa primavera e nelle ultime settimane la consegna del cibo a casa è aumentata in maniera esponenziale, così come è aumentato il numero dei ciclo-fattorini. Il 3 novembre è entrato in vigore il contratto nazionale sottoscritto dal sindacato Ugl e dall’associazione di categoria Assodelivery. Un contratto contestato da Cgil, Cisl e Uil che lo ritengono illegittimo e penalizzante. C’è chi è studente, ma c’è anche il 40-50enne che si è trovato senza lavoro e che si aggrappa a questa attività pur di racimolare qualcosa. Il guadagno medio mensile di un rider, secondo una indagine recente, è di circa 800 euro netti per chi fa opera in pianta stabile e di circa 300 euro al mese per chi ne fa invece un’attività extra.
A Reggio Emilia si possono incontrare soprattutto in zona McDonald’s, i più preferiscono non parlare ai microfoni di Tg Reggio, ai quali però si rende disponibile Giorgia, 23 anni, residente a Cavriago, studentessa di Giurisprudenza: “Ho iniziato da poco, faccio circa 100 chilometri alla settimana. Le tutele? Non siamo molto tutelati, ma quando ho iniziato a fare questo lavoro lo sapevo, avevo cercato anche altri impieghi ma ho trovato solo questo”.
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