REGGIO EMILIA – Si erano dati appuntamento in un albergo, come avevano già fatto in passato, e lì è avvenuta la rapina. La vicenda risale ai primi giorni di giugno, ma è stata resa nota solo ora al termine delle indagini necessarie per ricostruire l’accaduto. Protagonisti due giovani, che si conoscevano già da un precedente incontro come raccontato poi dalla vittima. Un incontro piacevole, la prima volta. Non la seconda: chiusa la porta della camera, l’appuntamento si è presto rivelato un incubo per uno dei due, che si è presto accorto della sparizione del suo smartphone. Quando ha chiesto spiegazioni è stato picchiato dall’amico che in questo modo si è garantito la fuga.
E’ accaduto tutto in zona stazione. La vittima ha rincorso invano il rapinatore in via Turri. Non è riuscito a raggiungerlo, ma ha incrociato una pattuglia della polizia locale cui ha denunciato l’accaduto. Al resto hanno pensato gli agenti del nucleo antidegrado e del nucleo decentrato operativo in via Turri: il rapinatore è stato identificato e denunciato per rapina e lesioni. Attualmente l’uomo si trova in Egitto, così come il telefono come emerso dal gps dell’apparecchio elettronico che ha giocato un ruolo importante nelle indagini.
Il rapinatore potrebbe aver avuto un complice, come emerso nel corso delle indagini: dopo aver preso il telefono lo ha lasciato cadere dalla finestra, passandolo a qualcuno che non è stato possibile identificare perché tutto è avvenuto in un punto non coperto dalle telecamere di videosorveglianza della zona. Di certo il telefono non si è rotto, perché risulta tuttora acceso e funzionante in Egitto. Una rapina studiata e pianificata nel dettaglio quindi, su cui hanno fatto luce gli investigatori della polizia locale. (dav.b.)
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