REGGIO EMILIA – Di lui esistono in circolazione solo pochissime immagini, questa foto, dall’archivio del Senato della Repubblica e quest’altra inedita, che lo ritrae al fianco di Benito Mussolini. Il nome di Franco Mariani è riemerso nelle ultime udienze sul processo in corso a Bologna sulla strage del 2 agosto 1980. Un nome legato a quello di Paolo Bellini.
Classe 1907, deceduto nel 1981, nacque a Novellara dove fu segretario politico del locale Fascio. Lasciò l’Emilia durante la seconda guerra mondiale per trasferirsi Lombardia e durante la Rsi il Duce gli conferì incarichi “di fiducia”. Avvocato, fu tra i fondatori nel Movimento Sociale Italiano e venne eletto Senatore nel 1972. A Palazzo Madama rimase fino al 1976.
Amico di Aldo Bellini, il padre di Paolo, sarebbe stato lui a chiedere a inizio anni 70 che lo stesso Paolo Bellini si infiltrasse tra i giovani missini reggiani per monitorarne eventuali tentazioni eversive. Sono anni in cui all’interno della Fiamma era forte la spaccatura tra un’idea di destra conservatrice e tradizionalista da un lato e tendenze protestatarie e antisistema dall’altro.
Nell’udienza dello scorso 24 novembre Bellini ha dichiarato che sarebbe stato proprio Mariani a inviarlo nel 1973 in Portogallo per verificare possibilità di allacciare rapporti tra uomini del regime di Salazar e neofascisti italiani. E sarebbe stato sempre Mariani più avanti a coprire la latitanza di Bellini.
Un personaggio oscuro il senatore missino di cui, al di là dei legami con Bellini, non sono rimaste tracce e sul cui ruolo in quei caldi anni 70 rimangono tanti, troppi, interrogativi.
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