REGGIO EMILIA – Il collettivo Vaste Programme – composto da Leonardo Magrelli, Alessandro Tini e Giulia Vigna – ha vinto il premio 2021 di Giovane Fotografia Italiana. Questo il verdetto della giuria composta da Diane Dufour per la direzione del festival Fotografia Europea, Arianna Rinaldo, photo editor e direttrice artistica di Cortona On The Move e Carlo Sala, curatore e docente.

Il premio (4mila euro) è stato assegnato ieri nella splendida cornice dei chiostri di San Domenico, che continueranno a ospitare la mostra con le opere dei finalisti ogni sabato e domenica fino al 4 luglio nell’ambito di Fotografia Europea.

“È stato complesso immaginare Giovane Fotografia Italiana e Fotografia Europea durante il lockdown – ha detto l’assessora alla cultura Annalista Rabitti – Questa è una data che aspettavamo da tanto tempo, quasi due anni. Si tratta di un momento molto importante per la nostra città e soprattutto per la fotografia e per i giovani artisti. Il premio di Giovane Fotografia Italiana è cospicuo permetterà ai vincitori di avviare una propria carriera fotografica, perché crediamo che la cultura sia anche lavoro e ripartenza. Ringrazio gli artisti per aver arricchito la nostra città con le loro preziose immagini”.
La ricerca di Vaste Programme, nato nel 2017, si sviluppa negli ambiti della post-fotografia e dei nuovi media. In particolare, nella loro pratica, l’utilizzo di materiali e oggetti che appartengono all’esperienza quotidiana più comune e ai quali spesso non si fa caso, si combina con l’adozione e la rimessa in circolo di immagini trovate, per rivelarne aspetti imprevisti e nuovi significati.

Vaste Programme è stato decretato vincitore per il progetto The Long Way Home of Ivan Putnik, Truck Driver, che presenta nella forma di un diario visivo, la storia di Ivan Putnik, camionista russo impegnato nel suo lungo viaggio di ritorno a casa che percorre l’intera Siberia. Attraversando da un capo all’altro la Russia e le sue zone più remote, il protagonista scatta e annota una grande quantità di fotografie, di cui viene qui proposta una piccola selezione. Tracce particolari, disseminate all’interno delle foto e del racconto instillano tuttavia, nello spettatore più attento, alcuni dubbi sulla veridicità di quanto presentato. Esplorando su Internet le mappe dei territori russi che si trovano più a nord del circolo polare artico, si scopre immediatamente che Google Street View è del tutto assente. In quei luoghi, le uniche immagini reperibili su Google Maps, sono fotografie sferiche caricate e geolocalizzate dagli utenti comuni. Molte di queste immagini meritano di essere viste, e The Long Way Home of Ivan Putnik, Truck Driver nasce proprio da questo intento. A partire dal sorprendente materiale visivo raccolto dagli autori e attraverso l’espediente della narrazione, il progetto fonde insieme i processi di adozione e rimessa in circolo delle immagini con quelli della risignificazione e della vero-fiction.
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