REGGIO EMILIA – Sarà la Corte Costituzionale a decidere se Carlo Giovanardi debba o meno essere giudicato nell’ambito del processo White list in corso a Modena. Il Tribunale di Modena ha infatti accolto la richiesta della Procura, che ha fatto ricorso alla Consulta contro il voto del Senato. Nei giorni scorsi l’aula di Palazzo Madama, a maggioranza, aveva evitato il processo a Giovanardi. L’ex parlamentare modenese è accusato di minacce a corpo dello Stato, rivelazione di segreto d’ufficio e oltraggio. La richiesta di rinvio a giudizio, nel 2018, era stata firmata da Marco Mescolini e Beatrice Ronchi per la Dda di Bologna.
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113 voti favorevoli da Fratelli d’Italia, Lega, Forza Italia e Italia Viva, 90 contrari da Pd, M5S e Leu, 8 astenuti. Questo l’esito del voto del 16 febbraio scorso in Senato. Quali sono le argomentazioni portate a sostegno della decisione della maggioranza dei senatori di sottrarre Carlo Giovanardi al processo in corso a Modena? C’è chi, come Pierferdinando Casini, ha detto che “le battaglie del senatore Giovanardi possono essere opinabili, le modalità possono essere più che discutibili, il contenuto può essere al limite, ma oggi non possiamo non applicare le garanzie costituzionali”. C’è invece chi, come Giuseppe Cucca di Italia Viva, forse ritiene superfluo il processo perché lo ha già fatto lui: le accuse che sono state formulate, ha detto in aula, sono “del tutto inconsistenti” e “sono state strumentalmente mosse al senatore Giovanardi, perché si è permesso di mettere in discussione l’attività di qualcuno”. Giovanardi, aggiunge il senatore di Italia Viva, ha solo “espresso la sua opinione”.
L’ex parlamentare modenese è accusato dalla Procura di aver minacciato il Prefetto di Modena e i vertici provinciali dei Carabinieri per ottenere la riammissione alla white list della ditta Bianchini di Modena. E i vertici della Prefettura e dell’Arma hanno raccontato a processo le pressioni subite. Anche questo rientra fra le insindacabili prerogative di un parlamentare? A che titolo un senatore interviene su Prefetto e Carabinieri per influenzare l’esito di un’istruttoria antimafia riservata? Domande che non scalfiscono le convinzioni dei difensori di Giovanardi.
Anzi, Gaetano Quagliariello, ex esponente di Forza Italia, del Pdl e del Nuovo Centrodestra, ha sostenuto che “con il tempo si è scoperto che sulle questioni specifiche Giovanardi nel merito ha avuto sempre ragione: i fatti sono stati riconosciuti nel senso che lui sosteneva”. Lo stesso ha detto Lucio Malan, di Fratelli d’Italia: “Nella sostanza – ha raccontato – si visto che il senatore Giovanardi ha sempre avuto ragione, anche davanti all’autorità giudiziaria”. Quagliariello e Malan non dicono di più e perciò è difficile capire a cosa si riferiscano. Augusto Bianchini, l’imprenditore di cui Giovanardi chiedeva la riammissione alla white list, è stato condannato sia in primo grado che in appello per concorso esterno in associazione mafiosa. I processi hanno stabilito che l’intreccio fra la sua attività imprenditoriale e le cosche era ben maggiore dei rischi di condizionamento mafioso paventati dalla Prefettura di Modena.
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