REGGIO EMILIA – Venticinque medaglie d’onore conferite durante la cerimonia, ben quattro alla famiglia Menozzi – Fontanesi, originaria di San Martino in Rio. Tra loro il piccolo Franco, nato durante l’internamento della madre ad Hannover e deceduto durante il bombardamento alleato di Dortmund.
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Aveva pochi mesi Franco Menozzi quando le bombe alleate colpirono l’asilo del lager di Dortmund dove si trovava. Era il 17 settembre del 1944 e la sua vita finì in quel momento, ma solo nel 2017 i suoi famigliari scoprirono il suo tragico destino. Mamma, Angiolina Fontanesi, già incinta, e papà, Gino Menozzi, erano stati internati dopo l’armistizio e deportati in due distinti lager nazisti destinati al lavoro coatto per l’economia di guerra. Franco i pochi mesi della sua vita li ha trascorsi lì, prima ad Hannover e poi a Dortmund, fino a quando il suo asilo fu distrutto da un bombardamento. Quel giorno però mamma Angiolina era fuori dal lager, al lavoro e quando tornò del figlio non c’erano più tracce.
“Quando è tornata al lager, l’ha trovato distrutto e bombardato. Scossa dai bombardamenti e con la testa che le diceva che il piccolo non c’era più, è dovuta scappare – racconta Chiara Guidarini, pronipote di Leilo Fontanesi – E’ tornata in Italia passando per Innsbruck. Nel frattempo mio nonno era stato internato in un altro lager, di cui purtroppo non abbiamo notizie, è riuscito a scappare e a tornare a San Martino in Rio. Si sono ricongiunti ma non hanno più saputo nulla del bambino. Per puro caso nel 2017 mi sono imbattuta nel sito dei ‘Dimenticati di Stato’ in cui citavano un Menozzi Franco internato in Germania con la scritta bambino. Abbiamo fatto tutte le ricerche del caso ed abbiamo ricostruito la storia civile della nostra famiglia. E’ stata un’emozione enorme”.
Oggi, Gino Menozzi, Angiolina e Lelio Fontanesi e il piccolo Franco, sepolto Francoforte nel cimitero militare italiano, sono stati idealmente riuniti dal conferimento delle medaglie d’onore a loro intitolate. Un momento toccante per tutta la famiglia, soprattutto per i più giovani.
“Della mia bisnonna so veramente poco – ci confida Ilaria Zobbi, pronipote di Angiolina Fontanesi – ma mi ha fatto molto piacere prendere la sua medaglia e vivere questa giornata nei ricordi di altre persone che non conoscevo, e non conosco tuttora, però, sapere un po’ di cosa hanno vissuto in quel periodo veramente brutto”.
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