REGGIO EMILIA – Un viaggio tra i misteri del cosmo e le ricadute che le innovazioni concepite per lo spazio hanno anche sul nostro territorio. E’ la terza edizione del Festival di Astronomia, organizzato dalle associazioni REA Reggio Emilia Astronomia e ‘Il C.O.S.Mo‘, con il patrocinio del Comune di Reggio Emilia e la collaborazione del Reggiane Parco Innovazione.
Appuntamento sabato 27 settembre al Tecnopolo, il capannone 19 in Piazzale Europa. Il programma delle conferenze si aprirà alle 15,30 con un incontro sui buchi neri e si chiuderà alle 19 con il racconto della vita di Enrico Fermi. Alle 18 il ricercatore reggiano dell’Inaf Roberto Orosei parlerà di space economy. ‘Oggi più che mai credo che ci sia l’occasione per posizionare la città in un circuito nazionale e, oserei dire anche europeo, nell’ambito di un tema che è trasversale e geopolitico, perchè il momento che stiamo vivendo è fortemente impattato dai temi dello spazio – ha detto a Buongiorno Reggio l’Assessore alla Cura della Città e all’Associazionismo Davide Prandi -. Io penso che insieme alla divulgazione scientifica a Reggio ci sia anche lo spazio per una industria aerospaziale che può partire dall’università e avere ricadute sul territorio”.
Al mattino si svolgeranno le iniziative per le scuole. L’astronomia sarà raccontata anche attraverso l’arte. Per tutta la giornata avrete la possibilità di perdervi tra i modelli dei veicoli spaziali: l’esposizione sarà un viaggio nella storia dell’astronautica, dal razzo che portò Armstrong sulla Luna a quelli attuali della Space X di Elon Musk.
Alle 16,30 si parlerà dell’evoluzione tecnologica nel settore del cibo spaziale, su cui anche l’Università di Reggio sta lavorando, per arrivare alle 17,30 a una esperienza inedita: l’aperitivo a base di Parmigiano Reggiano, già stato in orbita sulla stazione spaziale internazionale, e cocktail ultravioletto. “E’ un cocktail basato sullo spettro cromatico dell’ultravioletto con un ingrediente speciale: la spirulina blu, che è un superfood con un alto valore nutrizionale che si candida ad essere usato come cibo per i contesti estremi, come quello dello spazio, servito in un packaging che assomiglia a quelli che gli astronauti utilizzano sulla stazione spaziale internazionale” ha spiegato il designer Francesco Bombardi, co-direttore del Master Design for Food del Polidesign.
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