REGGIO EMILIA – Nella Giornata della Memoria, dedicata alla commemorazione delle vittime dell’Olocausto, alcuni cittadini facenti parte dell’Assemblea Reggiana per la Palestina hanno presenziato nel pomeriggio al consiglio comunale per tenere alti i riflettori sul genocidio in corso da ormai un anno e mezzo a Gaza. Abbiamo intervistato Alessia Manera, che fa parte dell’assemblea.
Nel tardo pomeriggio, in una nota, un certo disappunto da parte dell’Assemblea Reggiana per la Palestina.
“Oggi siamo stat* in Consiglio Comunale in Sala del Tricolore a Reggio Emilia dopo che la questura ha deciso di vietare il corteo indetto per questa sera.
Abbiamo trovato ad attenderci una nutrita schiera di forze dell’ordine, di molto superiore a quella che di solito vediamo nelle piazze: evidentemente la partecipazione dei cittadin* al Consiglio Comunale è vista da questa giunta e dalla Questura come qualcosa di pericoloso.
Il Sindaco ha aperto la seduta ricordando il Giorno della Memoria e la liberazione di Auschwitz. Ma nonostante ci abbia tenuto a ricordare la “situazione disastrosa” oggi nel mondo e la “tragedia umanitaria” in corso in Gaza, si è rifiutato di usare la parola genocidio per quanto sta avvenendo in Palestina, ma anzi ha ribadito che nessuna tragedia può essere paragonata al genocidio degli ebrei durante il nazifascismo. Ci chiediamo quindi come definisca il sindaco lo sterminio di rom, sinti, omosessuali, persone con disabilità, oppositori politici durante il nazismo…: sono stat* un’altra tragedia umanitaria? O sono stati un altro frutto della follia genocida e suprematista nazi-fascista?
La paura di pronunciare la parola genocidio in merito a quanto sta succedendo oggi a Gaza, parola che addirittura la corte internazionale di giustizia dell’Aja è arrivata a riconoscere come legittima, rende lampante che le posizioni del sindaco e della giunta servono solo a mantenere la patina di chi fa finta di schierarsi per la pace e i diritti ma alla fine sta sempre e solo dalla parte degli interessi del più forte.
La stessa condanna dell’antisemitismo, condanna che facciamo nostra, non può però servire a celare quello che invece il sionismo sta portando avanti: un progetto di cancellazione etnica di intere popolazioni in Palestina come in Libano.
Per questo, alla fine del discorso del sindaco abbiamo esposto uno striscione e cartelli con scritto “MAI PIÙ è oggi, per nessun@, in nessun luogo. STOP GENOCIDIO”: e la “coerenza” del Consiglio Comunale ha portato a chiedere alle forze dell’ordine di intervenire per strappare cartelli e striscione e a rispondere, quando alcun* attivist* hanno chiesto ai Consiglier* che posizione fosse presa dalla giunta sul divieto della questura alla manifestazione, che non erano lì per parlare con i palchi (e i cittadin* che vi si trovavano).
Evidentemente certi messaggi servono solo se fanno da passerella ai poteri di turno: quando ci chiedono invece di essere partigiani oggi, diventano un problema di ordine pubblico.
Stasera saremo al circolo arci Fenulli, sabato prossimo saremo di nuovo in piazza. Perché la nostra memoria ci impone di continuare a parlare di genocidio e resistenza, e non smetteremo di farlo fino a che genocidi saranno in atto. Finché la Palestina non sarà libera. Finché non saremo tutt* liber*”.