REGGIO EMILIA – Non tutti si sono sentiti definire da Maradona “il più bravo tra gli italiani con cui ho giocato, il più sudamericano”: a Bruno Giordano è successo. Non tutti possono dire “Diego Armando Maradona è stato prima di tutto un grande amico”: Bruno Giordano può. Giordano è stato la “Gi” del tridente MaGiCa che ha fatto grande il Napoli di Diego insieme al brasiliano Careca.
Oggi commentatore e opinionista tv, è intervenuto ieri sera a “to B Reggiana”. Lui, che la serie B l’aveva anche sfiorata da allenatore dei granata nella stagione 2004-2005, con la sconfitta ai playoff contro l’Avellino. Giordano, parlando del Pibe de Oro recentemente scomparso, ha detto: “Era un generoso, un grande compagno. Nessuno che lo abbia conosciuto ne parla male. L’ho sentito il 30 ottobre, per il compleanno… Non ci sentivamo quotidianamente, ma molto spesso sì”.
Assieme allo storico granata Mauro Del Bue e al giornalista Wainer Magnani, Giordano ha anche commentato l’inizio di campionato della Reggiana. Otto punti in otto partite e uno stile di gioco, quello di Alvini, che ricorda il suo approccio offensivo di 15 anni fa. “Un allenatore – ha detto – va giudicato alla fine della stagione, o almeno ogni 2-3 mesi”.
Parlando di Napoli, di Reggiana, di sogni, non poteva non esserci Max Esposito, oggi allenatore, partenopeo doc ed eroe della salvezza in A dell’1 maggio ’94 a San Siro. “Reggio Emilia – ha detto da Padova – è la seconda città in cui tornerò alla fine delle restrizioni dopo la mia Napoli. La Reggiana deve avere pazienza: ha una grande società dietro, c’è un progetto, quest’anno l’obiettivo deve essere salvarsi”.
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