REGGIO EMILIA – I giocatori del Valorugby, guidati dai romagnoli Filippo Gerosa (di Forlì) e Luca Pagnani (di Lugo, Ravenna), si sono uniti ai tanti volontari accorsi da tutta Italia per aiutare la popolazione romagnola colpita dall’alluvione.
“Avremmo voluto partire immediatamente – spiega Gerosa – ma con l’attività sportiva non eravamo ancora al rompete le righe e quindi temevamo che non ci fosse concesso di lasciare la squadra. Nonostante ciò, e pur con un po’ di titubanza, l’abbiamo fatto presente; e la risposta della dirigenza è stata degna di questa società: potete andare, ci è stato detto, e prendere con voi chiunque voglia venire; e queste sono le chiavi del pulmino. È stato così che, in due successive ondate, hanno fatto parte della spedizione, oltre a me e Luca, Francesco Rossi, Denis Majstorovic, Marcello Violi, Ulisse Garziera, Pietro Mazzei, Filippo Esposito e il nostro capitano Mirko Amenta, con il collega Mauro Caselli”.

Che tipo di esperienza è stata? “Drammatica, per certi versi, ed esaltante per altri. I momenti peggiori li abbiamo vissuti quando, in scantinati o stanze allagate, con l’acqua alla vita, non abbiamo potuto far altro che aiutare a portare fuori mobili e suppellettili ormai irrecuperabili. In un altro caso però ci siamo trovati di fronte a un capanno di legno che, in un giardino, la corrente aveva spostato e, secondo i proprietari, ormai reso inutilizzabile; mentre loro si erano allontanati alla ricerca di una qualche attrezzatura per demolirlo definitivamente, noi siamo riusciti a recuperalo e a rimetterlo nella sua postazione iniziale; mica siamo rugbisti per niente! Non sto a dirvi la loro sorpresa al ritorno e la serie infinita di ringraziamenti. E quella dei ringraziamenti continui, da parte di tutti, è stata la colonna sonora che ci ha accompagnato per tutti i giorni in cui siamo rimasti”.
Un ricordo in particolare? “Uno su tutti: a Forlì sono stato riconosciuto dal titolare del ristorante L’Amorosina, che ha subito preteso che tutti andassimo, ogni giorno, a pranzo nel suo locale. E, come puoi immaginare, alla fine non ha voluto nemmeno un euro. Questo per dire che il gran cuore dei romagnoli arriva fino al punto di soccorrere i soccorritori”.














