
(foto da Instagram)
REGGIO EMILIA – Premessa doverosa e necessaria. La famiglia D’Amato non lascia il Caffè Arti e Mestieri a causa della pandemia di Covid19 e delle difficoltà che hanno investito il settore della ristorazione. O meglio, non solo. Da almeno due anni Fulvia Salvarani e il marito Gianni D’Amato pensano alla possibilità di avviare un’altra esperienza, magari in Lunigiana, terra a loro molto cara. Lo stesso dicasi per il figlio, Federico, chef cui le etichette “giovane” e “figlio di” vanno da tempo giustamente strette.
Oggi, con il ritorno dell’Emilia Romagna in zona gialla, il Caffè Arti e Mestieri – acronimo di Cav. Achille Maramotti, i cui eredi sono ancora proprietari dell’interno palazzo in via Emilia San Pietro, che ospita anche il negozio cittadino di Max Mara – non riaprirà. Una decisione comunicata ai clienti ieri via social network (e dove sennò?) con una filastrocca. La “filastrocca del Non”.
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Filastrocca a parte, i D’Amato hanno una gran voglia di comunicare al mondo cosa faranno. Ma evidentemente è troppo presto. La ristorazione è cuore e poesia, ma anche business. E i tasselli forse non sono ancora tutti al loro posto.
Quello con Reggio città è un amore (reciproco) mai sbocciato del tutto. Le due stelle Michelin del Rigoletto di Reggiolo sono rimaste nella Bassa, dietro le persiane chiuse di un locale la cui magia è svanita con il terremoto del 2012. Salvarani ha ammesso più volte, parlando con i clienti, un certo rammarico. Le ha provate tutte. Si è impegnata in prima persona per la nascita dell’associazione “Cappelletto Reggiano”, di cui dovremo sempre ringraziarla. Il suo disciplinare oggi è un punto fermo della cucina nostrana. Il giardino del Caffè, gioiello disegnato da Pietro Porcinai, plurifotografato e famoso nel mondo, ha ospitato anche piccoli spettacoli ed eventi culturali. Ma il “Caffè”, come lo chiamano i reggiani, è rimasto per pochi.

Luciano Ligabue sul set di Made in Italy, all’uscita dal portone del cortile del ristorante Caffè Arti e Mestieri a Reggio Emilia (foto Katia Labate/Elite per Reggionline)
Di due cose siamo sicuri.
 Il Caffè Arti e Mestieri riaprirà con una nuova gestione, che dovrà rispettare locale, arredamenti, storia e filosofia di un luogo sempre uguale a se stesso, con il fascino di chi resiste al tempo e alle mode, per buona pace a volte dei bilanci.
 Sentiremo parlare ancora di Gianni D’Amato e della moglie, del loro entusiasmo e della loro passione per l’alta cucina, così come sentiremo parlare ancora del figlio Federico.
Venendo invece a riflettere sulla città e sullo stato in cui versa la ristorazione, abbiamo assistito negli anni a un impoverimento dell’offerta. Parliamo di qualità e talenti, di coraggio e voglia di puntare in alto. Il pubblico ha premiato – lo dice la storia recente – i ristoranti mordi e fuggi, quelli che offrono vino, taglieri, e piatti semplici. Solo chi resta fedele alla tradizione, cercando di mantenere prezzi moderati, sembra resistere. L’alta cucina resta un affare per pochi.
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