TOANO (Reggio Emilia) – “Per ora i risultati degli accertamenti sul corpo di Giuseppe Pedrazzini escludono l’omicidio”. Sono le parole dell’avvocato Ernesto D’Andrea, legale di Silvia Pedrazzini e Riccardo Guida, figlia e genero del 77enne trovato cadavere sul fondo di un pozzo pieno d’acqua retrostante la sua abitazione di Cerrè Marabino.
I due sono indagati, assieme alla vedova Marta Ghilardini, per sequestro, omicidio, soppressione di cadavere e truffa ai danni dello Stato. I primi risultati dell’autopsia, in base alla relazione del perito di parte della difesa, il medico legale Giorgio Chiessi, dicono che non c’era acqua nei polmoni del 77enne e quindi l’annegamento non è stata la causa della morte. Allo stesso tempo, i segni di frattura alle vertebre emersi sarebbero da attribuire alla caduta nel pozzo.
segni esterni di violenza erano già stati esclusi nelle prime ore dopo la sera del rinvenimento del corpo, l’11 maggio scorso, e dopo il suo recupero dal fondo del pozzo. “Attendiamo comunque ancora gli esiti degli esami tossicologici e istologici e la conferma di quanto emerso finora”, ha precisato D’Andrea. Esiti che dovrebbero arrivare tra una ventina di giorni. Secondo la procura, i tre famigliari di Pedrazzini avrebbero agito spinti da un movente economico visto anche che avrebbero continuato a percepirne la pensione. La scomparsa dell’uomo si fa risalire a fine gennaio e i famigliari non l’avevano mai denunciata.
Negli ultimi giorni, la vedova del 77enne, dopo aver reso spontanee dichiarazioni ai carabinieri, è stata interrogata dal sostituto procuratore: avrebbe riferito che il marito è morto in casa di cause naturali e che la figlia e il genero ne hanno nascosto il corpo nel pozzo.
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