REGGIO EMILIA – Il corpo di Giuseppe Pedrazzini e i telefoni cellulari degli indagati: potrebbero essere loro a ‘parlare’ a e dare una svolta all’inchiesta sulla morte del 77enne di Toano. La giornata cruciale sarà lunedì: sia perchè verrà eseguita l’autopsia sul corpo, i cui risultati, anche se il perito ha tempo 90 giorni, diranno da quanto il 77enne si trovasse senza vita sul fondo del pozzo e la causa esatta del decesso, sia perchè la moglie, la figlia e il genero dell’uomo, in carcere da giovedì, affronteranno l’udienza di convalida dei loro fermi.
Non è escluso che nei loro confronti venga formalizzata anche l’accusa di truffa ai danni dello Stato, per il fatto di aver continuato a percepire la pensione dell’anziano, nonostante lui mancasse da mesi. I parenti hanno riferito di non averne denunciato la scomparsa perchè pensavano ad un allontanamento volontario e che il familiare sarebbe tornato, ma nel primo interrogatorio si sono avvalsi della facoltà di non rispondere. Sui loro telefoni verrà eseguita una perizia tecnica.
Determinante per l’individuazione del corpo di Giuseppe Pedrazzini è stato il cane Bayla, pastore tedesco in forza al Nucleo Carabinieri Cinofili di Bologna. Al suo fiuto si deve la svolta, dopo appena 24 ore di ricerche attorno alla casa in cui abitava il pensionato. Più volte l’animale ha indicato la pesante botola del pozzo d’irrigazione vicino all’orto. Era chiusa e una volta sollevata è stato possibile notare la presenza del cadavere. L’esemplare, assieme al collega Simban, aveva preso parte alle perlustrazioni, un anno fa a Novellara, dei campi e delle serre nei pressi dell’abitazione in cui viveva Saman Abbas, la 18enne pakistana che si pensa sia stata uccisa dai suoi famigliari e il cui corpo non è mai stato trovato.
Leggi e guarda anche:
Morte di Giuseppe Pedrazzini, i famigliari: “Pensavamo fosse andato dai fratelli”. VIDEO