TOANO (Reggio Emilia) – I carabinieri li hanno raggiunti a Suzzara, dove alloggiavano in un hotel, e da lì li hanno condotti nel carcere di Mantova. Si sono così nuovamente aperte le porte della prigione per la 37enne Silvia Pedrazzini e il marito 44enne Riccardo Guida, rispettivamente figlia e genero di Giuseppe Pedrazzini, il 77enne trovato cadavere in un pozzo vicino alla propria abitazione di Cerrè Marabino nel comune di Toano, lo scorso 11 maggio. Una vicenda per la quale i due risultano indagati con le accuse di sequestro di persona, soppressione di cadavere e truffa ai danni dello Stato. La Procura di Reggio ritiene che l’anziano sia stato gettato nel pozzo profondo 8 metri, coperto poi con una lastra di pietra pesante 120 chili, con l’intento di nasconderne la morte e continuare a percepirne la pensione.
L’arresto arriva dopo che la Corte di Cassazione ha respinto il ricorso del legale della coppia, l’avvocato Ernesto D’Andrea, contro la decisione del Tribunale del Riesame di Bologna che lo scorso luglio, su richiesta della Procura di Reggio, aveva disposto il carcere per i due indagati. In attesa del pronunciamento della Suprema Corte i due erano sottoposti a obbigo di firma e di dimora.
“Non commento, attendo di conoscere le motivazioni della Cassazione”, fa sapere l’avvocato Ernesto D’Andrea.
Nella vicenda resta indagata anche la moglie di Pedrazzini, la 66enne Marta Ghilardini, assistita dall’avvocato Rita Gilioli, per cui non era stato disposto il carcere, ma per la quale rimane l’obbligo di firma e di dimora.
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