REGGIO EMILIA – La galleria Bnl, nel cuore del centro storico, utilizzata come giaciglio di fortuna per senzatetto è solo l’ultimo episodio, in ordine cronologico, che torna a porre l’accento su un fenomeno reale a Reggio Emilia come nel resto d’Italia: l’emergenza abitativa.
Per addentrarci più in profondità nel problema e capire come associazionismo e volontariato reggiano cercano di arginarlo, abbiamo analizzato il lavoro di due realtà importanti quali Caritas e cooperativa Papa Giovanni. L’anno scorso l’ente ha erogato oltre 100mila pasti nelle sei mense diffuse dando, mediamente, da mangiare a 140 persone ogni giorno. Inoltre, Caritas gestisce direttamente tre strutture di accoglienza nelle quali, nel 2024, hanno trovato riparo 34 nuclei familiari per un totale di 42 persone, di cui 8 minori oltre a microaccoglienze nelle parrocchie per un totale di 91 persone, di cui 44 minori.
La cooperativa, che negli ultimi anni lavora con il Comune su una progettazione dedicata alla grave emarginazione adulta, gestisce invece cinque servizi dedicati. Nello specifico, nel 2024 sono state 68 le persone accolte in dormitorio, 19 quelle in alloggi protetti, 438 quelle intercettate da unità di strada e 99 i beneficiari del centro servizi e stazione di posta.
Inoltre, l’unità di strada del Comune ha mappato una trentina di giacigli di fortuna presenti in media contemporaneamente in città: è bene però ricordare che questo è un numero indicativo e non rappresentativo della complessità del fenomeno, che necessita di monitoraggio costante e di una conoscenza puntuale delle persone.
“L’episodio cui si fa riferimento (galleria Bnl, ndr) è uno dei tanti che monitoriamo da anni in diversi quartieri”, sottolinea Luca Censi, direttore dei Servizi integrati della Papa Giovanni.
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