REGGIO EMILIA – “Vediamo come sarà l’evoluzione, entro il 31 agosto lo capiremo”. Lo scenario che si profila è quello di un’ondata di profughi proveniente dall’Afghanistan. Per questo motivo, le realtà reggiane che da anni si occupano di migranti non escludono di dover aumentare, in vista di nuovi arrivi, i posti a disposizione, che al momento sono 105. Settanta li gestisce la rete di imprese con capofila la Dimora d’Abramo, 35 il raggruppamento coordinato dall’Ovile.
In due appartamenti, uno nella prima periferia cittadina, l’altro in un comune della provincia, saranno accolti due nuclei famigliari arrivati a Roma dall’Afghanistan lunedì scorso. Il loro arrivo è previsto non prima di mercoledì. Rappresentano una piccola parte dei 3mila civili che rientrano nei trasferimenti pianificati dal ministero della Difesa e dedicati a coloro che in patria hanno collaborato coi contingenti italiani o con le aziende e le Ong del nostro Paese. Nell’arco degli ultimi due anni sono diminuiti del 27% i richiedenti asilo seguiti dalle associazioni guidate dalla cooperativa sociale l’Ovile. Nel 2017 erano 440, oggi sono 320. Una calo che ha comportato la dismissione di diversi alloggi che erano stati presi in affitto.
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