REGGIO EMILIA – “Da 89 milioni, lo scorso anno, ora siamo arrivati a superare i 100 milioni di persone costrette a lasciare le loro case per guerre o persecuzioni. Questo cambia certamente anche le nostre vite, dà a tutti noi un senso di precarietà”.
Gad Lerner era a Reggio, in piazza Martiri del 7 luglio, per partecipare all’iniziativa “Energie culturali”, organizzata dal Sistema Accoglienza Integrazione, dal Comune e dalla cooperativa sociale Dimora d’Abramo per celebrare la Giornata mondiale del rifugiato. Secondo il giornalista la guerra in Ucraina ha cambiato anche la percezione che la società aveva del rifugiato. “Spero tanto che cambi anche lo spirito con il quale li guardiamo, non cercando il profugo buono diverso dal profugo cattivo”.
Piazza Martiri del 7 Luglio ha ospitato diversi laboratori: l’associazione Arca in Movimento ha fatto interagire gli animali col pubblico, c’erano angoli di giardinaggio e orticoltura (a cura di ‘Fiori ribelli’), di narrazione (laboratorio ‘Conta che ti conto’ a cura del Teatro dell’Orsa) e di sartoria: protagoniste alcune delle persone che lavorano nel laboratorio Punto Croce, creato dalla cooperativa Dimora d’Abramo come luogo di lavoro, di integrazione, di formazione, di incontro e di relazioni nel quartiere di Reggio. Sul palco anche le musiciste ucraine ospitate dall’Istituto Achille Peri.
“Il fenomeno migratorio ha tante contraddizioni in sé che si contrappone a un fenomeno che viene vissuto come problematico e negativo, allora ci siamo detti che è importante creare spazi nuovi di conoscenza e di contatto”, sottolinea il presidente della cooperativa sociale Dimora d’Abramo, Luigi Codeluppi.
“L’accoglienza riguarda tutta la comunità. In questi anni di lavoro la città ha saputo realizzare concretamente questo principio”, chiosa l’assessore al welfare del Comune di Reggio, Daniele Marchi.
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