REGGIO EMILIA – Parliamo di nuovo del gruppo agroalimentare Ferrarini e delle due offerte per l’acquisto al centro di una battaglia arrivata a livello europeo. Oggi a Tg Reggio parla il vertice di Bonterre che critica la partecipazione nella cordata opposta di un soggetto pubblico.
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In queste settimane molto si è scritto sulle due cordate che si contendono la proprietà del gruppo alimentare Ferrarini in concordato e al centro di una vendita molto complicata e che è arrivata anche sul tavolo del Commissario Europeo per la Concorrenza e la cui decisione pende pericolosamente sull’intero iter locale. Il 25 settembre la Corte d’Appello di Bologna dovrà decidere se la nuova proposta di concordato presentata dalla Famiglia Ferrarini con il gruppo Pini e Amco, società a integrale azionariato pubblico, sia legittima. Il ricorso è stato presentato dall’altra cordata guidata da Bonterre-Grandi Salumifici Italiani, Opas, Hp, Intesa Sanpaolo e Unicredit.
Parla a TgReggio Ivano Chezzi, presidente di Granterre e vicepresidente di Gruppo Bonterre, che non nasconde lo stupore nel vedere Amco tra i protagonisti nell’offerta concorrente: “Sapevamo che a settembre ci sarebbe stata una nuova proposta, eravamo un po’ meno preparati al fatto che questa proposta, che doveva essere decisamente migliorativa, di fatto, concedesse ai creditori poche poche risorse in più, risorse di fatto fornite da Amco, controllata al 100% dello Stato. Si tratta quindi di un aiuto di Stato”.
II numeri di Bonterre e i progetti futuri garantirebbero anche l’occupazione: “I lavoratori devono star tranquilli e devono essere sicuri, siamo in grado di dare garanzie a tutti i lavoratori delle nostre aziende, come abbiamo sempre fatto”.
Chezzi snocciola poi i numeri: “Bonterre oggi si presenta con 16 stabilimenti distribuiti su tutto il territorio nazionale, abbiamo più di 2000 dipendenti, e alle nostre produzioni di formaggio e di salumi speriamo di aggiungere presto il prosciutto cotto Ferrarini”.
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