REGGIO EMILIA – Il terremoto era nell’aria. Tra le macerie sono rimasti otto consiglieri, che presto, con tutta probabilità, verranno contattati dalla presidente dell’Ordine degli avvocati di Reggio Celestina Tinelli. Tra i professionisti rimasti in carica c’è Franco Mazza che, sentito al telefono, afferma di essere rimasto sorpreso e al tempo stesso sconfortato dal metodo utilizzato dai sette dimissionari. Si tratta di figure che ricoprivano incarichi importanti. Un gesto, il loro, che suona come un attacco al vertice. Anche se, confermano in diversi dei “ribelli”, il caso Mescolini, e il fatto che soltanto dalla stampa, i membri del Consiglio abbiano appreso dell’audizione della presidente presso il Csm, è stata l’ennesima conferma di una gestione che non garantisce l’interesse dell’avvocatura reggiana.
La situazione ora è a un bivio. La prima strada è quella del rimpasto, che appare piuttosto macchinoso. Occorre infatti sostituire entro trenta giorni i dimissionari, nominando al loro posto dei non eletti, che sono rimasti però soltanto in sei. A quel punto ci sarebbe da organizzare un’elezione supplettiva per ricoprire il posto rimasto vacante. Proprio le elezioni, ma di tutto l’organismo daccapo, sono l’altra opzione, desiderata in primis dai protagonisti della rivolta.
Aspetto quest’ultimo che può essere motivo di riluttanza da parte della presidente Tinelli. Una sua decisione improntata alla resistenza, tuttavia, potrebbe portare a ulteriori dimissioni. E ne basterebbe una per decretare lo scioglimento dell’organismo e dunque le nuove votazioni tra gli iscritti.
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