REGGIO EMILIA – Ha contorni molto importanti l’incontro iniziato alle 18 in Regione sul futuro di Inalca e, soprattutto, dei quasi 450 dipendenti (non solo di Inalca, ma anche di Quanta, Gescar e Fabbrica del lavoro) che lavoravano, fino a un paio di settimane fa, all’interno dello stabilimento di via Due Canali andato in gran parte distrutto dal maxi rogo scoppiato nella notte tra il 10 e l’11 febbraio scorsi.
A chiederne la convocazione i sindacati locali Cgil, Cisl e Uil che, logicamente, mettono al primo posto nella scala delle impellenze da risolvere il destino dei lavoratori. Il primo punto all’ordine del giorno è quello inerente la gestione dell’emergenza che esula dall’utilizzo degli ammortizzatori sociali e che vede, a ora, alcuni dipendenti “ricollocati” nelle sedi di Piacenza e Castelvetro; non da meno sono i temi della reindustrializzazione dell’attività in città, proprio per evitare maxi trasferte ai lavoratori, e di quale destino avrà il sito di via Due Canali che, al momento, ospita ancora l’azienda Grandi Salumifici Italiani.
“Serve un forte impegno da parte delle istituzioni, e in questo contesto la Regione deve essere protagonista, per far sì che l’impianto produttivo rimanga sul territorio reggiano e non disperdere oltre 400 posti di lavoro”, le parole di Rosamaria Papaleo, segretaria generale Cisl Emilia Centrale.
L’intento delle sigle sindacali è quello di fare in modo che, al prossimo tavolo regionale, siano presenti anche le imprese assenti invece in questo primo incontro. Presenti tra gli altri, in via Aldo Moro, anche il sindaco di Reggio Marco Massari e il presidente della Provincia, Giorgio Zanni.










