REGGIO EMILIA – In provincia di Reggio sono quasi 5mila i lavoratori del settore bancario e il nostro territorio è primo nella classifica italiana delle province meno desertificate, ossia quelle in cui la presenza di sportelli di istituui creditizi é maggiore. Un podio condiviso in regione con Ravenna e Ferrara.
Tutto bene? No, assolutamente. Perché le operazioni che vedono coinvolti importanti gruppi potrebbero avere conseguenze sulla distribuzione degli uffici anche nel Reggiano. A lanciare l’allarme é la Cisl. Il riferimento é alla possibile fusione per quanto riguarda le attività italiane tra Credit Agricole e Banco Bpm con conseguente razionalissazione degli sportelli.
Solo a Reggio capoluogo ci sono circa sei sportelli Crédit Agricole e 10 del banco Bpm. E a Bagnolo, Montecchio, Guastalla, Correggio, Reggiolo e Scandiano le due banche si sovrappongono come spiega a Tg Reggio Leonello Boschiroli, segretario First Cisl Emilia Centrale. “Metterebbe a rischio almeno una quindicina di sportelli in tutto il territorio, creando anche un danno per la clientela”.

Leonello Boschiroli, segretario First Cisl Emilia Centrale
Sempre secondo la Cisl a preoccupare é inoltre la situazione dei tre comuni reggiani in cui é rimasto un’unico riferimento bancario: Vezzano sul Crostolo, Baiso e Vetto. “In questi territori la presenza bancaria è un segmento essenziale del sistema dei servizi. La perdita dell’ultimo sportello trasformerebbe la vulnerabilità potenziale in una desertificazione totale, con ripercussioni immediate sulle famiglie, sulle microimprese e sulle attività produttive che costituiscono il tessuto economico di prossimità”, dice il sindacato.
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