REGGIO EMILIA – Si è conclusa ieri, davanti al giudice Dario De Luca, l’udienza preliminare dell’operazione condotta dai carabinieri, coordinati dal sostituto procuratore Giacomo Forte e nata a seguito dei diversi furti subiti nel 2021 dall’azienda reggiana Rcf, leader nel settore audio.
A rubare dipendenti infedeli della stessa azienda e altri addetti ai lavori, che sono stati stati condannati. Prendevano di mira soprattutto altoparlanti e amplificatori, portandoli nelle loro abitazioni dove ricostruivano le casse prive di matricola, ma con il marchio del colosso in bella vista, per poi rivenderle scontate fino al 50% su piattaforme specializzate oppure tramite un’altra azienda compiacente.
Un sistema molto oliato, che ha infatti spinto il giudice ad accusare 7 persone – sulle 14 imputate – di associazione per delinquere. Di queste, 2 nei mesi scorsi avevano patteggiato: il “capo”, Antonio Belsino, aveva concordato 2 anni e 3 mesi, mentre Giuseppe Di Matteo 1 anno e 8 mesi pena sospesa. Gli altri cinque avevano tutti optato per riti alternativi: abbreviato per Vincenzo Petrone, 57 anni, condannato ieri a 3 anni e 8 mesi più multa di 5.600 euro; stesso verdetto per il 40enne Fabio Timpani. Rossana Liperoti, 36enne, è stata invece condannata a 3 anni con multa di 5.200 euro; Marco Bacchi, 33 anni, ha avuto 2 anni e 4 mesi con 4.600 euro di multa. Gino Servidio, 45 anni, ha patteggiato concordando 2 anni e 2 mesi più 4mila euro di multa.
Uno solto, degli altri imputati, non aveva chiesto riti alternativi: si tratta di Ferdinando Stendardo, 73 anni, il cui reato è stato derubricato in incauto acquisto di prodotti. Aveva scelto la strada del patteggiamento anche la 23enne Maria Neve Servidio e ieri ha concordato 6 mesi con pena sospesa, così come per Gerardo Zagarese, 59 anni, condannato a 1 anno e 4 mesi più 400 euro di multa. Rito abbreviato per Ermir Mhillaj, 32enne albanese condannato a 3 anni con 4mila euro di multa e assolto da una singola accusa.
Vincenzo Nunneri è stato condannato a 10 mesi e 20 giorni più 300 euro, con pena sospesa. Avvenuta prescrizione, invece, per il 47enne Giovanni Pertosa, mentre il 29enne Domenico Aracri è stato assolto perché “il fatto non sussiste” a fronte di una richiesta dell’accusa di 10 mesi con 300 euro di multa.
Per Petrone, Bacchi, Timpani, Liperoti e Mhillaj anche l’interdizione dai pubblici uffici per 5 anni. Con Zagarese e Nunneri, dovranno poi risarcire i danni in sede civile 130mila euro a Rcf, 80mila a Coopservice e 30mila alla Emme Emme di Bagnolo, tutte costituitesi parti civili.
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