CASTELLARANO (Reggio Emilia) – L’omicidio-suicidio di Roteglia: oggi, nel paese del comprensorio ceramico, si sono svolti i funerali di Paolo Ravazzini e Rosa Moscatiello.
I famigliari hanno chiesto che la nostra telecamera rimanesse fuori dalla chiesa della parrocchia della Madonna di Campiano, perché il loro dolore è accompagnato da un marcato pudore. Oltre alla figlia della coppia e ai parenti, c’erano alcuni vicini di casa e alcuni conoscenti, c’erano un po’ di compaesani e c’erano i colleghi di lui, gli addetti della Tim dove Paolo Ravazzini, 62 anni, lavorava come tecnico. La celebrazione è stata officiata da don Giovanni Rossi, al cui fianco c’era padre Ivano Cavazzuti.
In chiesa ha preso la parola l’assessore ai Servizi sociali e alle Politiche educative del Comune di Castellarano, Paolo Iotti, che ha portato il cordoglio dell’amministrazione e che ha sottolineato come questo dramma metta la comunità nelle condizioni di interrogarsi sul senso della vita e delle relazioni personali. Le salme sono state di seguito trasferite al cimitero di Sant’Ilario d’Enza, dove vive la figlia della coppia e dove il rito funebre è proseguito con la sepoltura.
La tragedia era avvenuta lunedì 12 giugno: Paolo Ravazzini di prima mattina aveva ucciso la moglie nella loro abitazione di via Castello, colpendola alla testa con un oggetto contundente, per poi togliersi la vita gettandosi dal tetto della palazzina. Alla base del gesto, l’esasperazione dovuta al fatto che la donna era malata da tempo ed era seguita dal centro di salute mentale dell’Ausl. Negli ultimi tempi le condizioni della 60enne erano peggiorate a tal punto che l’uomo non era più in grado di gestirla.
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