REGGIO EMILIA – Alzi la mano chi non vorrebbe vedere sorrisi più che lacrime al proprio funerale. A Ercole Spallanzani è successo. I sorrisi sono quello che viene dopo le lacrime, sono quello che resta. E poi ad Ercole Spallanzani è accaduta anche un’altra cosa: che a salutarlo ci fossero tanti, ma proprio tanti giovani. Non è così scontato per i funerali di un 79enne. Giovani giornalisti reggiani adesso sparsi in diverse redazioni anche fuori provincia, che all’addio a Ercole si sono ritrovati magari anche dopo molto tempo, si sono riabbracciati distanziamento permettendo, hanno trascorso la messa nella chiesa di Sant’Anselmo ricordando aneddoti di cui Ercole è stato protagonista, le sue frasi, celebri già ben prima che se ne andasse. Chi fa questo mestiere conosceva Ercole Spallanzani anche senza averlo mai conosciuto. E poi c’erano dirigenti o ex dirigenti sportivi, allenatori tornati a Reggio per salutarlo.
Un giornalista racconta, questo fa, ha ricordato don Simonazzi nella sua omelia.
Ercole Spallanzani era già del mestiere quando non c’erano internet, i social network e le chat; ma non c’erano neanche tante sovrastrutture e filtri. Ha attraversato i tempi perché ha sempre avuto una cosa che non è scontato possedere, in nessun mestiere: la passione. E sapeva riconoscerla negli altri.
Guarda il servizio con le interviste a Max Menetti, ex allenatore della Pallacanestro Reggiana, Alessandro Dalla Salda, amministratore delegato della Pallacanestro Reggiana, William Punghellini, ex dirigente sportivo, e Antonio Farnè, ex presidente dell’Ordine dei giornalisti dell’Emilia Romagna.
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(Corrado Bertozzi/Elite per Reggionline)
Reggio Emilia funerale Ercole Spallanzani