REGGIO EMILIA – In una fredda mattina di fine estate, in tanti si sono ritrovati nella chiesa di Gaida, per portare l’ultimo saluto ad una persona amata e rendere omaggio ad una storia che ha permesso di far conoscere nel mondo Reggio Emilia e la capacità della sua gente di creare vere e proprie eccellenze: Giorgio Medici lo ha fatto con il vino. L’imprenditore è morto all’età di 86 anni, dopo aver fatto crescere costantemente la cantina che ancora porta il nome del padre Ermete, da cui l’ha ereditata. A stringersi alla moglie, ai figli e ai nipoti, i dipendenti dell’azienda, i collaboratori, i tanti amici e conoscenti.
Hanno voluto essere presenti anche l’ex parlamentare Pierluigi Castagnetti, il sindaco di Sant’Ilario Marcello Moretti e l’ex presidente della provincia Sonia Masini. Ma c’era anche la presidente di Unindustria Roberta Anceschi, insieme ad una delegazione dell’associazione degli industriali reggiani. E poi tanti esponenti del mondo dell’agricoltura. È stato Giorgio Medici negli anni Settanta a intuire il potenziale del Lambrusco e a decidere di esportare il vino in America e non solo. Il Concerto, vino principe delle cantine Medici Ermete, è il primo Lambrusco ad essere entrato nel 2018 nell’elenco dei vini più prestigiosi del mondo secondo l’autorevole rivista Wine Spectator. Oggi l’azienda reggiana esporta in 70 paesi. Si è voluto dire addio non solo all’imprenditore visionario ma anche ad un uomo sempre sorridente ed ottimista, legatissimo al suo territorio e che ha lasciato un grande vuoto in famiglia, nell’azienda e tra i tanti che lo hanno conosciuto.
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