REGGIO EMILIA – Kateryna Marchuk viene dall’Ucraina e si ritiene fortunata. Nella sua storia però non basta la fortuna: determinazione e grande forza di volontà sono stati i compagni di questa donna che ha avuto il coraggio di lasciare la sua casa e partire senza soldi e documenti per mettere in salvo i propri cari. “Siamo arrivati il 5 marzo, veniamo dalla capitale Kyiv. Siamo una famiglia di 9 persone: 4 bambini e 5 adulti”.
La donna aveva già lavorato a Reggio, quindi la conoscenza della lingua e la presenza di amici che si sono offerti di ospitarli nel primo mese sono stati fondamentali. Poi grazie ai progetti di accoglienza Kateryna e i suoi cari sono riusciti a trovare una propria sistemazione. Suo fratello, con la moglie e i tre bambini, ha trovato un appartamento grazie a Giuseppe Bigi della Casa Betania di Albinea; Kateryna con la mamma pensionata, la figlia e il nipote sono stati affidati invece alla cooperativa Dimora d’Abramo. Adesso sono finalmente tornati a vivere tutti insieme sotto lo stesso tetto e il pensiero immancabilmente va alle persone che li hanno aiutati in questi mesi. “Voglio ringraziare questa gente che ha fatto un grande progetto per le nostre persone dell’Ucraina che sono in difficoltà”.
Il percorso non è stato facile: nei primi giorni mancava l’organizzazione, nessuno sapeva come fare i documenti necessari, quindi Kateryna ha dovuto reperire tutte le informazioni da sola. I soldi scarseggiavano, gli aiuti di 2,5 euro al giorno non sono tanti per una famiglia numerosa. Per fortuna, grazie alla conoscenza della lingua, a fine maggio la donna è riuscita a trovare lavoro in un albergo della città, ma in più occasioni Kateryna ha dovuto mettere da parte l’orgoglio e chiedere aiuto agli amici e nelle parrocchie. Ancora oggi rimane un ostacolo: la lingua.
“Mia mamma è stata a scuola qualche volta per imparare però ha difficoltà. Mia figlia invece impara da sola a casa con il telefono perché ha un bambino piccolo che non può lasciare in casa”.
La forza di volontà di Kateryna colpisce: si è fatta portavoce di tutta la sua famiglia, si è battuta per mantenerla unita, un giorno spera di tornare a casa, ma accetta il corso imprevedibile della vita con il sorriso. “Immagino quel giorno quando tornerò a casa, se troverò una casa. Però dobbiamo vivere. Non sappiamo cosa succederà. oggi sono in Italia, poi vediamo. Questa è vita”,
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