POVIGLIO (Reggio Emilia) – Il 54enne Salvatore Tremamondo, calabrese residente nel comune della Bassa, non si trova più in carcere a Modena dove era finito nel fine settimana scorso con l’accusa di detenzione abusiva di armi e ricettazione. Il gip Andrea Rat, nell’udienza di convalida, ha infatti deciso per una misura più “morbida” per lui, quella degli arresti domiciliari.
L’idraulico, difeso dall’avvocato Vainer Burani, ha detto di essere stato un cacciatore fino a circa 10 anni fa e che aveva conservato i pallettoni per le battute al cinghiale. Quel casolare a Gattatico, dove è stata rinvenuta l’intera partita, era il “ricovero” dei fucili. Tuttavia, diverso tempo addietro, la licenza di caccia gli era stata revocata a causa dei suoi precedenti penali, sempre inerenti la detenzione illecita di armi e munizioni. Il pm Pantani aveva chiesto che Tremamondo restasse in carcere.
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