REGGIO EMILIA – “La provincia reggiana ha una peculiarità della quale personalmente non avevo contezza – ha esordito Calogero Gaetano Paci, procuratore capo di Reggio Emilia – Il ricorso alla frode fiscale e alla gestione delle società attraverso l’uso di cartiere, fallimenti pilotati e l’esterovestizione, viene svolta non da singoli soggetti ma da vere e proprie associazioni criminali”. Reggio Emilia crocevia delle frodi fiscali. Lo aveva sottolineato con fermezza il procuratore capo Paci lo scorso febbraio alla Camera del Deputati in una audizione davanti alla Commissione antimafia.
In Emilia, insomma, la criminalità organizzata sta assumendo una dimensione sempre più finanziaria. Le recenti inchieste denominate Minefield, Chrysalis, Titano, con l’operazione messa a segno nelle ultime ore, sono la dimostrazione di quanto il nostro territorio sempre più al centro del sistema transnazionale delle frodi fiscali.
Senza contare ‘Billions‘ che nel 2020 aveva smantellato un’associazione a delinquere dedita appunto all’emissione di fatture per operazioni inesistenti: stiamo parlando di reati tributari di varia natura, riciclaggio e bancarotta fraudolenta per un giro stimato di oltre 240 milioni di euro e la cosca Grande Aracri sullo sfondo. Ventiquattro le condanne in rito abbreviato nel 2022, 97 complessivamente le persone rinviate a giudizio.
Un territorio reggiano utilizzato spesso per fare da sponda per operazioni con altri territori: una recente indagine condotta dalla Procura Europa ha fatto emergere ad esempio un sistema di false fatturazioni tra la nostra provincia e quella di Latina dove é in corso il procedimento giudiziario: tra gli indagati cinque imprenditori del nostro territorio.
operazione Billions operazione minefield operazione Chrysalis operazione TitanoReggio epicentro di un sistema per frodare il fisco: scoperte fatture false per 37 milioni. VIDEO