REGGIO EMILIA – Avrebbero messo in piedi un collaudato e articolato sistema di evasione fiscale attraverso l’emissione di fatture per operazioni inesistenti, avvalendosi di imprese fantasma intestate a prestanome reclutati anche tra persone con deficit mentali. Secondo le indagini della Guardia di Finanza, la somma evasa in tre anni, dal 2019, ammonta a 7 milioni e 800 mila, ora sotto sequestro. Sono 46 in tutto le persone iscritte nel registro degli indagati dalla procura di Parma per 77 capi di imputazione. Le ipotesi di reato vanno dall’associazione per delinquere alla circonvenzione di incapace. Sei le ordinanze di custodia cautelare emesse dal Giudice per le indagini preliminari, due delle quali destinate a due reggiani. Altri quattro reggiani risultano tra gli indagati. Sono state eseguite perquisizioni a Reggio e in un’altra decina di città italiane, anche con i cani addestrati a fiutare l’odore dei soldi.
Secondo la ricostruzione delle Fiamme Gialle, le imprese utilizzatrici delle fatture false trasferivano le somme indicate alle cartiere emittenti per simulare il pagamento di prestazioni, ad esempio lavori di meccanica, in realtà mai avvenute. Gli importi venivano trasferiti poi su conti correnti di altre cartiere con il solo scopo di aumentare i passaggi di denaro ed ostacolare la ricostruzione dei flussi finanziari. Infine avveniva il prelievo da parte di soggetti che poi le restituivano agli organizzatori della frode. In alcuni casi l’organizzazione si sarebbe avvalsa di conti correnti cinesi. Sono state individuate 19 imprese ritenute prive di una reale consistenza economica, intestate fittiziamente anche a persone con deficit psichici sui quali far facilmente ricadere le responsabilità.
I reggiani destinatari dell’ordinanza di custodia cautelare sono Faouzi Zekri, ora ai domiciliari e Alessandro Vitale, finito in carcere: entrambi sono considerati figure centrali nell’organizzazione della presunta frode. Un appartamento in città è stato sequestrato.