REGGIO EMILIA – Sono 201 le persone indagate nell’operazione delle ultime ore di guardia di finanza e squadra mobile di Reggio. Trecento i capi d’imputazione. Un’operazione su scala nazionale che ha permesso di sgominare un presunto sistema criminale specializzato, ritengono gli inquirenti, nell’offrire in via ‘professionale’ servizi di emissioni di fatture per operazioni inesistenti, per consentire alle imprese beneficiarie di abbattere i propri redditi imponibili e truffare così il fisco. Sono 49 gli indagati accusati di organizzazione a delinquere.
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Dieci cellule operative, tutte con al vertice un capo. La maggior parte composte da calabresi, che operavano nel settore dell’edilizia, ma non solo: una cellula era tutta reggiana, un’altra mantovana. A livello più basso i ‘prestanome’ delle società fittizie, appena più in alto i cosidetti ‘prelevatori’, che andavano negli uffici postali a prelevare il denaro e procacciatori di soggetti economici interessati a ottenere i servizi finanziari illegali. Era così strutturata l’organizzazione criminale sgominata dalla squadra mobile e dalla guardia di finanza nell’operazione Billions. L’associazione a delinquere, composta da 49 persone, offriva alle imprese compiacenti un servizio da ‘professionisti’ in cambio di compensi: l’emissione di fatture false per operazioni oggettivamente inesistenti, per consentire alle imprese stesse di abbattere i propri redditi imponibili ed evadere il fisco.
Cinquantuno le misure cautelari personali, di cui 22 detentive: 5 in carcere e 17 ai domiciliari. Tra i capi finiti in carcere Luigi Brugnano, già condannato in primo grado nel processo Aemilia a 17 anni di carcere nel rito ordinario, 10 anni 6 mesi in quello abbreviato. In cella anche Giuseppe Stirparo, Salvatore Mendicino, Pietro Arabia e Nicola Lombardo. Ai domiciliari anche Vincenzo Vasapollo, soggetto di spicco della criminalità calabrese, che è stato uno dei protagonisti della guerra di ‘Ndrangheta combattuta a Reggio negli anni ’90.
L’analisi dei flussi finanziari delle societa ‘cartiere’ ha permesso di ricostruire movimentazioni quantificate in oltre 240 milioni di euro, 50 milioni di euro in prelievi di denaro contante. Un fiume di denaro trovato durante le perquisizioni.
“Riuscire a trovare così tanto denaro significa che erano tranquillissimi nel tenerlo, e quando se ne hanno tanti disponibili vuol dire che si può cercarne altro altrove. Mai ne è stato trovato così tanto. Una giro di soldi frenetico”, dice il procuratore capo Marco Mescolini.
L’ammontare del giro di fatture false emesse è stato calcolato in 80 milioni di euro con un‘imposta evasa quantificata in circa 24 milioni di euro. “Le nostre società producono soldi”, dicevano ironicamente due indagati in una conversazione, captata dagli inquirenti con le intercettazioni. Tra le condotte contestate anche l’autoriciclaggio e reati fallimentari. Sul versante comunitario, il sodalizio criminale aveva organizzato anche una frode ‘carosello’ per la compravendita di autovetture di lusso dalla Germania. Come se non bastasse 9 degli indagati sono risultati beneficiari di reddito o pensione di cittadinanza, per oltre 80.000 euro: sono in corso ulteriori ispezioni per la revoca del beneficio e il recupero delle somme indebitamente percepite.
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