REGGIO EMILIA – Per metter a punto le operazioni societarie necessarie alla cessione dei crediti l’organizzazione si serviva – secondo gli inquirenti – di professionisti compiacenti, che apponevano il cosiddetto “visto di conformità”. Sono infatti indagati due notai bolognesi e 20 commercialisti o esperti contabili, per ora però non interessati da alcuna misura cautelare.
“Fondamentale è stato il ruolo dei professionisti, sia iscritti agli albi sia no. Senza le loro asseverazioni previste dalla legge e volte a verificare l’esatta compilazione della documentazione e il controllo sull’attività di riciclaggio, questa enorme frode fiscale non sarebbe stata possibile”, sottolinea il procuratore capo di Reggio Gaetano Calogero Paci.
Fondamentale nelle indagini il ruolo delle intercettazioni. Un commercialista, parlando con una dei capi, Whendy Maioli, nell’informarla di una scaltra soluzione trovata da un notaio per trasferire un credito Iva durante un’operazione societaria straordinaria definisce quest’ultimo “genio del male”. “Senza le intercettazioni non sarebbe stato possibile leggere adeguatamente le operazioni illecite accertate grazie all’analisi documentale”, chiosa Paci.
Reggio Emilia fatture false notai frode fiscale commercialisti esperti contabili Calogero Gaetano PaciFrode fiscale da cento milioni di euro con 400 aziende coinvolte: 179 indagati dalla Finanza. VIDEO