REGGIO EMILIA – I 26 indagati i cui nomi sono emersi nelle ultime ore sono solo un primo step, dicono gli inquirenti. Tutto è ancora in corso. L’inchiesta coordinata dal procuratore capo di Reggio Calogero Paci è iniziata con “normali” controlli fiscali della guardia di finanza ed è poi proseguita con gli accertamenti dei militari stessi e della squadra mobile, accertamenti che hanno svelato il meccanismo messo a punto grazie a questa prima società cartiera venuta alla luce. Parliamo della D.A.L. Worldwide Distribution Srl, con sede legale nel Modenese.
Secondo gli inquirenti, era stata creata “al solo scopo di emettere fatture per operazioni inesistenti e ricevere conseguenti bonifici da società con reale e consolidata struttura”, si legge nelle carte, mentre la D. A. L., che è risultata evasore totale, di struttura era totalmente priva. Una scatola vuota, insomma. La verifica della movimentazione bancaria di questa società ha permesso di rilevare l’operatività dei conti: parliamo di rilevanti accrediti tramite bonifici e successivi e immediati prelievi presso uffici postali di Emilia Romagna e Veneto.
I bonifici in entrata – hanno ricostruito gli inquirenti – provenivano da ditte nazionali. Gli investigatori hanno contato 2.044 prelievi in denaro contante tramite sportelli per quasi 3 milioni e 300mila euro e trasferimenti di denaro verso società estere sempre tramite bonifici.
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