REGGIO EMILIA – “Abbiamo chiesto un miliardo e novecento milioni di euro al Ministero per mettere in sicurezza il territorio dal punto di vista idrogeologico. Sono arrivati 18 milioni, un centesimo di quanto chiesto’. A quasi un anno dall’alluvione in Romagna, il consigliere regionale Andrea Costa richiede a gran voce il supporto del Governo per le politiche che mirano a contrastare i danni legati al dissesto idrogeologico.
Se dovesse ripetersi una situazione simile a quella dello scorso maggio, l’Emilia Romagna sarebbe pronta? “Sono caduti 4 miliardi e mezzo di metri cubi d’acqua in due fenomeni alluvionali consecutivi su un’area ridotta di 54 chilometri quadrati. Nessun territorio potrebbe sostenere quell’impatto. Certo, per tutti gli eventi di portata minore, ci si può preparare e in parte noi lo stiamo facendo per migliorare la situazione attuale delle infrastrutture utili per il contenimento dell’acqua”.
Negli ultimi giorni, nel territorio reggiano, si è rimesso in movimento il fronte franoso di Ca’ Lita a Baiso. Una situazione da non sottovalutare secondo Costa, così come il tema della fragilità territoriale nel nostro Appennino. “E’ un tema fondamentale – ha concluso Costa – Sono usciti i dati di spopolamento dell’Appennino che dimostrano come strumenti dedicati alla residenzialità, come per le giovani coppie in montagna, il fenomeno continua a verificarsi. Uno degli elementi fondamentali è la rete di connessione, la viabilità, che viene messa in pregiudizio ogni qual volta abbiamo dei fenomeni franosi. Ecco perchè anche la fragilità della nostra montagna deve essere attenzionata meglio”.
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