REGGIO EMILIA – La sala mostre della biblioteca Panizzi si prepara ad accogliere una nuova esposizione che, in occasione del festival Fotografia Europea, porta sotto i riflettori uno tra i protagonisti della storia della fotografia in città, con un’esposizione che ne percorre la vita e l’opera: “Vasco Ascolini. Un’autobiografia per immagini”. La mostra sarà visitabile con ingresso libero da venerdì 29 aprile. Sabato 30 alle 10,30 l’inaugurazione alla presenza dello stesso Ascolini, del curatore Massimo Mussini, del responsabile della biblioteca Panizzi Alberto Ferraboschi e della dirigente dei servizi culturali Valentina Galloni.
L’intento è quello di far conoscere al pubblico la donazione che il fotografo, classe 1937, ha fatto alla città: una collezione di circa 500 fotografie a stampa di diversi formati, che, insieme a quelle già catalogate nel patrimonio della Fototeca, tracciano una vera e propria biografia per immagini della vita artistica e lavorativa di Ascolini, che, come sappiamo, ha attraversato con i suoi scatti almeno 40 anni di storia della fotografia e lavorato in diversi paesi, dall’Italia alla Francia, passando per gli Stati uniti, Austria e Germania.
“Sono molto felice e grata a Vasco Ascolini – le parole dell’assessora alla cultura del Comune di Reggio Annalisa Rabitti – per questa mostra preziosa e per la ricca donazione che ha scelto di fare alla città. Vedere il mondo attraverso gli occhi di un grande fotografo è sempre un’occasione speciale per trovare nuovi punti di vista e nuovi mondi all’interno della realtà che conosciamo. Questa mostra, ospitata dalla nostra biblioteca, è un regalo per tutta la comunità reggiana e non solo, e credo che la decisione di inserirla nel cartellone di un festival importante come quello di Fotografia Europea sia un’ulteriore conferma del respiro internazionale dell’opera di Ascolini”.
La biografia di Vasco Ascolini
Vasco Ascolini nasce a Reggio Emilia nel 1937. Dopo un approccio amatoriale alla fotografia, verso il 1965 inizia la frequentazione di Stanislao Farri, suo primo maestro. Dal 1973 al 1990 è fotografo del Teatro Municipale Valli: le sue fotografie di genere teatrale sono oggi conservate presso molti prestigiosi musei in Europa, America e Giappone. Ascolini insisterà sulla sua caratteristica “cifra al nero” e sulla poetica del frammento anche quando, dalla seconda metà degli anni ‘80, riceverà numerose commissioni pubbliche per fotografare monumenti, musei e centri storici in Italia e Francia. Proprio l’incarico di fotografare Arles lo farà approdare nel 1991 ai “Rencontres internationales de la photographie”, offrendogli visibilità internazionale e dando inizio ad un legame profondo con la Francia e con i suoi più importanti musei. La passione per la ricerca non lo abbandona e nel nuovo millennio, grazie anche a interventi off camera in fase di stampa, si adopera “per creare apparenze informi, con il gesto guidato dall’automatismo inconscio, oppure visioni oniriche di certa pittura surrealista” (M. Mussini). A lui tutt’oggi continuano ad essere dedicate mostre personali e collettive.
Guarda le immagini