REGGIO EMILIA – E’ una riflessione sui sistemi invisibili quello che la fotografa britannica Lisa Barnard ha proposto nella mostra “An act of faith: bitcoin and the speculative bubble”, una delle dieci esposizioni allestite ai Chiostri di San Pietro nell’ambito di Fotografia Europea.
“Quello dei bitcoin è un esempio significativo di un sistema invisibile, il sistema delle criptovalute. Io ho lavorato in Islanda, dove nel 2017 c’era molta attenzione su questo tema. Ho lavorato anche in Giappone, dove i bitcoin sono stati resi legali e ho cercato di mostrare un sistema invisibile, perché non possiamo vedere le criptovalute, non è denaro vero che possiamo tenere in mano, è invisibile”.
Un tema che si lega a quello dell’intera edizione della manifestazione, ovvero l’ambiente e i legami tra l’uomo e la natura: i bitcoin sono beni digitali che, seppur immateriali, richiedono un enorme sforzo ambientale. “Nel 2022 è stato rilevato che la quantità di energia usata per la finanza dei bitcoin è stata la stessa dell’intera Finlandia. E’ una modalità che sfrutta molto le risorse naturali. L’Islanda ha una grande quantità di energia libera, come quella termica ed idroelettrica. Adesso il sistema è nelle mani di grandi gruppi che si possono permettere di affrontare i costi dell’elettricità. E’ un processo che consuma tanto in termini di risorse naturali e lo farà sempre di più”.
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