REGGIO EMILIA – “Uno degli attacchi più bassi mai condotti contro l’avvocato Giuseppe Pagliani e i vertici reggiani di Forza Italia”. Così Gianluca Nicolini, coordinatore provinciale degli azzurri, definisce il servizio trasmesso il 17 agosto da Tg Reggio. Nel servizio si sollevavano dubbi sulla opportunità di offrire una candidatura per il Senato a Pagliani, alla luce delle frequentazioni con esponenti della criminalità organizzata documentate da intercettazioni e appostamenti delle forze dell’ordine e ricostruite nella sentenza di assoluzione della Corte d’Appello di Bologna.
“Un attacco mistificatore – secondo Nicolini – volto a mantenere in piedi un teorema tipico della peggiore sinistra giustizialista, secondo il quale Pagliani ‘non poteva non sapere’ chi aveva incontrato”. Una “lezione di finto moralismo”, insiste il coordinatore di Forza Italia che sottolinea poi che “tanti altri personaggi politici, allora protagonisti della scena reggiana, sentiti sull’argomento dalla Dda di Bologna, hanno testimoniato di non essere consapevoli della marcata presenza della ‘ndrangheta nel nostro territorio”.
Nicolini ribadisce poi totale stima per Pagliani: “Pur rammaricati – aggiunge – rispettiamo la sua scelta di non accettare la candidatura offertagli da Forza Italia. A Reggio il nostro partito può contare su un gruppo coeso di militanti e su bravi amministratori capaci di rappresentare al meglio le istanze dei cittadini anche dai banchi dell’opposizione. A loro Tg Reggio dovrebbe maggior rispetto”.
In chiusura, solo una nota a scanso di equivoci. Non è Tg Reggio che dice che Pagliani non poteva non sapere che le persone che aveva iniziato a frequentare, come Nicolino e Gianluigi Sarcone, erano ‘ndranghetisti; sono i giudici che lo hanno assolto che scrivono nella sentenza che lo sapeva.
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