BAISO (Reggio Emilia) – I primi cittadini reggiani coinvolti dai danni del maltempo di maggio sembrano pronti a scendere in campo nello scontro Bonaccini-Meloni a sentire la voce di Fabrizio Corti, sindaco di Baiso, che tre mesi fa registrava un 40% del territorio del suo paese impraticabile con le frane scese sulle strade. Il Comune più colpito del nostro Appennino.
Nel botta e risposta istituzionale e politico tra il presidente dell’Emilia-Romagna e la premier c’è disaccordo sulle cifre, sul metodo e su quello che si è fatto o non si è fatto per rimettere in sesto il territorio. A Meloni che dice che “non bisogna cedere alla fretta e alla frenesia che pare rispondere al desiderio di qualcuno di avere un po’ di visibilità, alimentando polemiche inutili”, Bonaccini risponde che “la fretta che Meloni mi imputa è quella dei nostri concittadini, che tutto meritano fuorché polemiche sterili tra istituzioni o il fatto che non debbano lamentarsi perché molto sarebbe già stato fatto”.
Corti conferma e rincara la dose, dicendo che per rendere nuovamente Baiso praticabile le imprese del territorio hanno anticipato 300mila euro e che nel corso dell’estate il comune non ha potuto spendere nulla su altri fronti. “Abbiamo il bilancio bloccato – le sue parole – Tutto ciò che avevamo intenzione di spendere questa estate come avanzo non siamo riusciti a farlo. Diverse imprese della nostra montagna hanno già anticipato 300mila euro in somma urgenza. Per fortuna, si fidano ancora degli amministratori locali…”.
Dopo settimane e settimane di avanzamento, Ca’ Lita si è fermata. Il fronte franoso più grande d’Europa. Ora scatta la settimana di monitoraggio, per vedere come il maxi smottamento si comporti con lo stop ai lavori di travaso del materiale inerte. Lunedì 21 agosto cominceranno le riflessioni tecniche. L’autunno è dietro l’angolo: “I lavori da eseguire per la sicurezza del territorio ammontano a oltre 3 milioni per Baiso”.
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