REGGIO EMILIA – La Fondazione Manodori si appresta a mandare in archivio un anno positivo. I conti del 2021 si stanno ancora facendo, ma sono migliori delle stime del bilancio previsionale. Un risultato tutt’altro che scontato, se si tiene conto del contesto in cui è maturato.
C’è dunque la garanzia di poter continuare a distribuire significative erogazioni per il territorio. L’obiettivo fissato in ottobre dal Consiglio generale è di erogare il prossimo anno 2,8 milioni di euro, soprattutto a favore di progetti di natura sociale che rispondono a bisogni concreti.
La notizia più incoraggiante, per l’ente guidato da Romano Sassatelli, è la robusta ripresa del titolo Unicredit. Le quotazioni hanno recuperato quest’anno oltre il 70%, passando da meno di 8 euro a 13,5. Questa rincorsa, se dovesse durare, creerebbe le condizioni per rilanciare il processo di riduzione della partecipazione in Unicredit, bruscamente interrotto dopo il 2018 per la caduta del titolo. La Manodori ha in carico quasi 3 milioni di azioni a 18 euro, ma già prezzi vicini ai 15 euro consentirebbero di ragionare in un’ottica di diversificazione. Cioè vendere i titoli Unicredit, anche accettando qualche minusvalenza, per alleggerire l’esposizione sulla banca.
La vendita di azioni Unicredit non è l’unica strada possibile per raggiungere questo obiettivo. Da oltre 10 anni la Fondazione reggiana ha in portafoglio obbligazioni convertibili in azioni Unicredit, i cosiddetti cashes, con un valore di bilancio di quasi 7 milioni e un valore di mercato di 6. Questi strumenti finanziari negli ultimi anni hanno garantito alla Manodori interessi per circa 300mila euro all’anno. Diversamente dalle azioni, queste obbligazioni non sono quotate e dunque devono essere vendute attraverso una trattativa privata. Tra gennaio e febbraio potrebbero maturare le prime decisioni.
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