REGGIO EMILIA – Nel corso della sua storia, la Fondazione Manodori è incappata in alcuni investimenti poco oculati. Emblematico fu l’acquisto, fra il 2006 e il 2007, di un robusto pacchetto di azioni Capitalia, poi convertite in azioni Unicredit per effetto della fusione. Di quell’operazione la Manodori paga ancora il prezzo a quasi 15 anni di distanza, perché il valore di mercato di quei titoli è lontano anni luce dai 64 milioni di euro pagati per comprarli. Raramente si è parlato invece di uno degli investimenti più azzeccati fatti dalla Fondazione: quello in Cassa Depositi e Prestiti. Alla fine del 2003, durante la presidenza di Mauro Bigi, l’ente reggiano investì 5 milioni per acquistare azioni privilegiate di questa società pubblica che controlla Poste Italiane.
L’investimento si rivelò subito promettente, perché Cdp distribuì agli azionisti proventi superiori alle previsioni. Tanto che la Manodori tra il 2004 e il 2009 scelse di accantonare i maggiori dividendi in vista di stagioni di vacche magre.
Nel 2013, ai tempi della presidenza di Gianni Borghi, la Fondazione arrotondò la propria partecipazione, convertendo le azioni privilegiate in ordinarie e acquistando dal Ministero dell’Economia e delle Finanze un ulteriore pacchetto di titoli, mettendo sul piatto altri 3,8 milioni di euro. Bene, dal 2003 ad oggi un investimento di 8,8 milioni ha fruttato alla Manodori 13 milioni di dividendi. Che presto diventeranno quasi 15 perché Cassa Depositi e prestiti, nell’ultima assemblea di bilancio, ha deliberato il pagamento di una cedola che porterà nelle casse della Fondazione 1,8 milioni di euro. Quest’anno l’investimento della Manodori frutterà un rendimento del 20%, l’anno scorso addirittura del 24%.
Fondazione Manodori: quasi 15 milioni di euro di dividendi da Cassa Depositi e Prestiti. VIDEO
1 giugno 2020Il tutto a fronte di 8,8 milioni investiti a partire dal 2003 ad oggi. Quest’anno il rendimento è stato del 20%, l’anno scorso addirittura del 24%