REGGIO EMILIA – Ancora proteste da parte degli studenti delle superiori contro la didattica a distanza. Un presidio stamattina, davanti al liceo Ariosto Spallanzani, ha anticipato la manifestazione in programma domani alle 17 in piazza Prampolini, davanti al Comune.
I banchi posizionati nel cortile. Armati di pc portatili, cappelli di lana e thermos con bevande calde per resistere alla temperatura non certo primaverile. In questo modo, una decina di studenti hanno seguito le videolezioni in piazzetta Pignedoli, per affermare che le scuole possono restare aperte, anche in zona rossa. “Sappiamo tutti che la scuola è il futuro non solo dello Stato, ma anche della vita del singolo studente”, ha detto uno studente a Tg Reggio. “I negozi, le fabbriche sono aperte, quindi l’apertura delle scuole è una cosa che si potrebbe fare tranquillamente in sicurezza, ma che invece non si sta facendo. Eppure, sarebbe possibile se soltanto il Governo avesse come priorità la scuola”.
Priorità alla scuola è il nome del gruppo che, dopo avere fatto appello ai sindaci, ha indetto per domani alle 17 una manifestazione provinciale in piazza Prampolini. Il collettivo comprende anche diversi insegnanti. Il dito viene puntato sul fallimento della didattica a distanza, che comporta danni considerati irreparabili. “Io nelle mie classi vedo che i casi di difficoltà stanno crescendo sempre di più – il commento di Davide Giardina, prof. dell’Ariosto Spallanzani e del Matilde di Canossa – Molti soffrono sempre di più di disturbi alimentari e tutto questo dev’essere interrotto. Si ricomincia dalla scuola in presenza, perché le alternative ci sono. Siamo il 3% dei casi di tutta la regione, eppure continuiamo a essere i primi a chiudere e i primi a riaprire”.
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