REGGIO EMILIA – Il lavoro del commissario giudiziale Tiziana Volta e del liquidatore Aspro Mondadori è stato certosino. Reggio Emilia fiere s.r.l. andò in concordato nel 2012 e la procedura si è chiusa nella primavera scorsa. I creditori erano 202: tra questi tre comuni della nostra provincia, quelli di Reggio, Cavriago e Toano, l’Inps, Iren, istituti bancari, professionisti che a vario titolo lavorarono per la società che aveva gestito i padiglioni di Via Filangeri, aziende che si erano occupate di logistica e di comunicazione oltre naturalmente ai dipendenti.
Questi ultimi, circa una decina, sono stati interamente soddisfatti mentre per tutti gli altri è rimasto poco o nulla. Le banche sono state pagate soltanto per l’ipoteca sugli immobili; i comuni hanno ricevuto i soldi dell’Imu mentre ai professionisti è andato circa il 10 per cento di quanto vantavano.
I soldi che hanno consentito questi pagamenti sono arrivati in parte dalla vendita dei padiglioni dell’area di Via Filangeri (poco meno di 7 milioni di euro a fronte dei 20 ipotizzati ad inizio procedura) e dall’alienazione di altri beni che le fiere possedevano a Corte Tegge e Cavola. La curatela ha recuperato altri soldi dal canone d’affitto derivante dalla gestione dei padiglioni che per qualche tempo fu appannaggio di Terminal one. Si è chiusa così una vicenda che dopo 13 anni lascia sul posto immobili il cui futuro, dopo il tramonto del polo della moda, resta pieno di nubi.
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