REGGIO EMILIA – Con il Festival di Emergency, la città apre le porte a un mondo di persone che ha voglia di confrontarsi, ascoltare e riflettere. Un mondo di persone che non vuole fermarsi alla superficialità di una notizia, ma la vuole capire fino in fondo e poi, nella quotidianità, vuole impegnarsi per cambiare ciò che ritiene ingiusto.
Giornalisti, scrittori, filosofi, ricercatori e artisti di tutto il mondo hanno portato in città nella tre giorni del Festival il loro punto di vista, ad ascoltarli c’erano 16mila persone. La quarta edizione del Festival dell’associazione fondata da Gino Strada era dedicata al tema “le persone”, nell’anniversario dei 30 anni di Emergency.
Marco Damilano, giornalista: “Ho conosciuto Gino Strada 30 anni fa e questa realtà è diventata composita e ha superato se stessa”. Il festival ha proposto 92 eventi, con 81 ospiti, 11 appuntamenti per bambini e famiglie. Eventi aperti e gratuiti in 15 luoghi della città. Strapiena piazza Prampolini per parlare di resistenza con la staffetta partigiana Flora Monti. La sera tutti a cantare e ballare con le canzoni di Pierò Pelu.
Minuti di applausi domenica per gli incontri con il giornalista Sami Alajrami “Raccontare Gaza” in piazza Casotti e nell’Aula Magna dell’università con Youmna El Sayed, giornalista e già corrispondente da Gaza per Al Jazeera English in cui si è parlato di come vivono e resistono le persone che abitano la Striscia.
Il festival è terminato, ma fino al 20 ottobre resterà aperta al Palazzo dei Musei “Humanity Lovers“, un viaggio immersivo nei valori dell’associazione. Si potrà visitare martedì, mercoledì, giovedì dalle 10 alle 13, venerdì, sabato e domenica dalle 10 alle 18.
Reggio Emilia Festival di Emergency