REGGIO EMILIA – Che Festareggio avesse accumulato debiti negli ultimi anni era un dato risaputo. Quanti fossero era però incerto, anche per gli stessi organizzatori. Ora, uno studio redatto da professionisti del settore economico-finanziario ha fatto luce sui numeri reali.
Oggi la kermesse ha ancora 784mila euro di debiti. Di questi, più di 500mila sono con fornitori con i quali è già in atto un’ipotesi di accordo transattivo. Altri 278mila invece restano privi, per ora, di una via bonaria di soluzione. Nel frattempo, però, il deficit è già sensibilmente calato. Gli organizzatori hanno provveduto a pagare quasi tutti i fornitori locali attraverso transazioni, vendite di materiali e permute.
Come farà ora la kermesse, ferma da 3 anni, a sanare il resto del debito? Una strada c’è. Quando la pandemia lo consentirà, l’Arena Campovolo inizierà a lavorare e buona parte dei parcheggi saranno gestiti dal personale di Festareggio. Quegli introiti serviranno per coprire i buchi lasciati dalle edizioni che si sono succedute dal 2011 al 2018.
Come si fosse arrivati al debito di 1 milione e 300mila euro in 7 anni è stato oggetto di un’analisi che ha preso in considerazione il calo degli sponsor, acquisti non sempre ben calcolati – in particolare di beni destinati alla consumazione – edizioni sfortunate come nel 2017, quando piovve per 11 sere su 23, e costi molti elevati per l’affitto degli spazi. Proprio questa voce ha subìto un incremento rimarchevole dal 2015 in poi: in quell’anno il canone per l’occupazione del Campovolo passò da 15mila a 120mila euro. Nel 2018, poi, il trasferimento alle Fiere costò a Festareggio 130mila euro più altri esborsi per gli allestimenti e le allacciature.
Negli ultimi 15 mesi, dunque, gli organizzatori della festa hanno abbattuto il debito di quasi la metà: ora inizia la seconda fase del percorso. Frattanto, di rimetterla in piedi, anche a causa della pandemia, non se ne parla.
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