REGGIO EMILIA – Una Festa del Tricolore capace di unire , che voli oltre le divisioni politiche e che rispetti lo spirito nel quale nel 1797 è nata, a Reggio Emilia, la bandiera italiana. Eppure, mai come quest’anno l’invito alla figura istituzionale in rappresentanza dello Stato, ha creato tante reazioni.
E’ stato lo stesso Comune a invitare la premier Giorgia Meloni alle celebrazioni del 7 gennaio prossimo. Invito declinato e nelle ultime ore si è affacciato il nome del Viceministro Galeazzo Bignami a sostituirla. Un nome che, però, ha innescato la miccia di proteste fortissime, molte delle quali stanno viaggiando sui social.
Parla di sgarbo politico grave verso la storia, Anpi che in una nota piccata spiega “la presenza di un rappresentante del Governo che si è caratterizzato per essersi esibito con la svastica nazista al braccio non può essere solo una goliardata. Il medagliere e la bandiera di Anpi, si legge ancora, sono a ricordare tutti i sacrifici e i lutti subiti dagli italiani per le violenze naziste e fasciste”. “Bignami non può rappresentare lo Stato nella città Medaglia d’oro della Resistenza”, aggiunge Federico Amico, capogruppo di Emilia Romagna Coraggiosa in Regione. “Uno schiaffo alla città”, posta la parlamentare Ilenia Malavasi. Per Duilio Cangiari, a nome di Alleanza Verdi Sinistra, “sorge spontaneo il sospetto che, per pura ripicca politica, proprio coloro che di patria e nazione ne hanno fatto vessillo e stemma politico, non diano peso e onore alla bandiera nazionale”.
Ed è notizia delle ultime ore proprio il sindaco Luca Vecchi ha preso contatti con Palazzo Chigi per individuare una figura istituzionale diversa, che rappresenti davvero sino in fondo lo spirito di questa festa nazionale: un ministro.
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